Folkmanis. Vita interiore di una marionetta
Tutti possono salire sull’Arca di Folkmanis, ognuno con proprio sguardo ed un’idea originale: lo ha fatto Motel Lucie ospite del Festival di Arte Contemporanea a Faenza nell’interpretazione di un nervoso gargoyle che battaglia nel traffico cittadino.
Il mio ippopotamo invece è di indole più romantica.
Negli anni ’60 le prime marionette Folkmanis comparvero sulle bancarelle della famosa Telegraph Avenue di Berkeley, California, ad opera di Judy Folkmanis, che le aveva inizialmente concepite e cucite amorevolmente per i suoi bambini. Non passò molto tempo, che Judy e il marito Atis facessero di questa avventura giocosa il proprio mestiere, realizzando una piccola impresa a conduzione famigliare, ora grande azienda (a conduzione famigliare) nota e apprezzata in tutto il mondo per la qualità dei suoi pupazzi da animare, la ricercatezza dei materiali, l’espressività degli oltre 200 personaggi, per lo più animali, presenti nel loro catalogo. Il valore del loro lavoro è riconosciuto non solamente da giurie internazionali, ma in primo luogo dagli innumerevoli bambini che li premiano quotidianamente facendo parlare, correre, combattere, coccolare draghi e capre, pinguini e gargoyle sul palcoscenico sterminato del loro gioco.